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Curiosità - presenza ceca a Roma

(This article expired 21.05.2020.)

Collegio Pontificio Nepomuceno e Casa del pellegrino Velehrad

Collegio Pontificio Nepomuceno

Dopo la creazione della Repubblica Cecoslovacca nel 1918, il papa Benedetto XV ha percepito la necessità di ampliare il collegio romano Bohemicum per tutte le diocesi della Boemia e Moravia, fondata dal papa Leone XIII nell'anno 1884 e destinata solo per i seminaristi delle diocesi ceche. L'idea di Benedetto XV è stata raccolta dal suo successore Pio XI. Nel momento in cui si è capito che non era possibile ampliare oppure ammodernare Bohemicum, il papa Pio XI ha rivolto l'appello ai vescovi della Boemia, Moravia e Slovacchia perché costruissero un collegio più ampio. Lui stesso acquistò il terreno nei dintorni della Basilica Lateranense e donò una cifra cospicua perché si potesse cominciare con la costruzione. Durante i consigli dei vescovi nell'anno 1922 è stato deciso per comune consenso che il nuovo collegio si chiamerà Nepomuceno. Dopo i lunghi preparativi e dopo che si sono assicurati i mezzi finanziari per mezzo delle collette dei fedeli delle diocesi della patria e tra i compatrioti emigrati in America, è stata posta la prima pietra del nuovo collegio dal Segretario dello Stato Vaticano Pietro Gasparri per mandato di papa Pio XI. La costruzione del nuovo edificio è stata affidata al noto architetto italiano Castelli. Grazie alle sue capacità organizzative e specialistiche dopo neanche un anno dalla posa della prima pietra effetuata il 31 maggio 1928, ha potuto consegnare l'edificio finito e pronto per l'apertura. Nel giorno di memoria di Sant'Adalberto il 23 aprile 1929 nel pomeriggio il metropolita di Praga Kordač ha consacrato la cappella e l'edificio del Nepomuceno con la partecipazione di tutto l'episcopato ceco, ambasciatori del nostro governo a Roma, Dott. Mastný e Dott. Radimský, dei dignitari laici ed ecclesiastici, i pellegrini dalla patria e d'Oltreoceano. Il nuovo collegio si è riempito subito. Sono arrivati gli studenti del vecchio collegio boemo e ne arrivavano nuovi dalla madrepatria. La seconda guerra mondiale ha interrotto per sei anni i contatti del Nepomuceno con la patria. Dopo la guerra nel 1945 sembrava che i nostri vescovi avrebbero potuto di nuovo inviare regolarmente i seminaristi scelti a Roma. L'infelice putsch del febbraio 1948 ha reso impossibile per 40 anni di esercitare questo diritto delle nostra chiesa. Il Nepomuceno però non era morto. Accettava ancora i seminaristi cechi e slovacchi ai quali era stato vietato realizzare la vocazione sacerdotale nella patria. Nel novembre 1989 si è definitivamente chiusa questa situazione anomala.

 

La casa del pellegrino Velehrad

La Casa del pellegrino Velehrad (in Via delle Fornaci, 200) si ricollega ad una tradizione storica della Casa del pellegrino della nazione ceca fondata dall'imperatore Carlo IV in Via Banchi Vecchi. Per il poco interesse da parte dei pellegrini cechi, questi fu nel 1950 venduto. Nel successivo periodo ai pochi pellegrini cechi è stata offerta l'ospitalità dalle Suore Insegnanti Francescane di Praga, che avevano la casa in Via delle Mantellate. Un afflusso maggiore dei pellegrini dalla patria e dei connazionali provenienti dall'estero si è realizzato all'epoca del soggiorno a Roma del compianto cardinale Beran al quale si rivolgevano i pellegrini con le richieste d'aiuto per soggiornare nella Città eterna. Per questo motivo il cardinale decise di ricollegarsi alla tradizione della casa - ospizio di Carlo IV e di acquistare di nuovo una casa per i pellegrini.

L'allora segretario del cardinale, Mons. Jaroslav Škarvada, insieme con il segretario del Centro boemo, il padre salesiano Vojtěch Hrubý e la superiora delle Suore Insegnanti Francescane di Praga madre Mildred, hanno visitato molti edifici in offerta. La proposta migliore sembrava quella dell'edificio situato in Via delle Fornaci 200, che apparteneva all'Azione Cattolica Italiana e che perdette l'importanza per lo scopo originario a cui era destinata.

L'edificio si trovava in uno stato d'abbandono e addatto per altri scopi. Originariamente vi si trovava la tipografia della Rivista per la Gioventù e nel periodo successivo il Centro di formazione per artigiani. Per il fatto che la richiesta di alloggio per i pellegrini era molto pressante, la casa era stata presa in affitto e funzionava così com'era. Nello stesso periodo è iniziata la trattativa riguardante la proprietà definitiva, la sistemazione del personale e le più urgenti riparazioni. La trattativa sulla proprietà è durata quasi un anno e mezzo. Per la vicinanza materiale della basilica di San Pietro, c'erano più di un acquirente interessato all'acquisto dell'edificio con molti più fondi finanziari rispetto al cardinale. Solamente le intercessioni dei vescovi venuti nel periodo della cosiddetta "primavera di Praga" dalla Repubblica Cecoslovacca per la visita "ad limina" dal Santo Padre, il Papa Paolo VI in persona ha deciso, che la casa sarebbe stata di cardinale Beran. Questo successo nel 1968 alcuni mesi prima della sua morte. Altre riparazioni sono avvenute negli anni successivi in modo graduale. Alla stessa maniera era difficile la sistemazione del personale necessario per il funzionamento della casa. Questo impegno nelle condizioni molto difficili se lo sono sobbarcate con lo spirito di sacrificio le Suore Insegnanti Francescane di Praga in collaborazione con dei laici, viventi a Roma, e con alcuni membri del ramo ceco della Congregazione di San Francesco di Sales, chiamati anche Salesiani di Don Bosco. Il personale per la pulizia dell'edificio doveva essere italiano. Lo scopo imposto alla Casa del pellegrino dal suo fondatore - il cardinale Beran - era seguente: assicurare la più completa assistenza ai pellegrini, soprattutto a quelli provenienti dalla patria. La Casa, che non ha il carattere di istituzione puramente caritativa e religiosa, è pienamente riconosciuto dalle autorità ecclesiali e statali come un'ente con tutte le conseguenze giuridiche, e dunque si deve districare tra le igrovigliatissime leggi e disposizioni italiane e si deve guadagnare per la propria sussistenza. Da questo consegue che gli ospiti si devono comportare secondo le regole della Casa e non possono essere accolti gratuitamente. Le regole della Casa e i prezzi sono stabiliti in maniera tale che possano essere in armonia sia le esigenze degli ospiti sia le disposizioni della legge. Ogni pellegrino al suo arrivo viene messo a conoscenza di questo regolamento.